Wandeley Peralta De La Cruz era già stata condannata nel 2018 con rito abbreviato per aver adescato, narcotizzato e rapinato altri due anziani dopo essersi finta collaboratrice domestica assieme a una complice
Mauro Cifelli Giornalista RomaToday 23 ottobre 2024 17:40
Perde il pelo, ma non il vizio. È infatti una vecchia conoscenza delle forze dell'ordine Wandeley Peralta De La Cruz, la donna originaria della Repubblica Dominicana arrestata dai carabinieri in quanto ritenuta responsabile di aver drogato un pensionato di 68 anni - poi trovato morto in casa a Torresina - al fine di derubarlo dello smartphone e delle carte di credito. Quarantasette anni da compiere il prossimo mese di novembre, di fatto senza dimora, ma domiciliata nella zona di Torpignattara, era già stata condannata con rito abbreviato nel 2018 insieme a una complice in quanto ritenuta responsabile di aver adescato due anziani fingendosi badante. Una volta in casa li addormentò con del narcotico e li derubò. Stesso copione registrato a Torresina, con la variante di aver adescato la vittima (poi deceduta) su un sito d'incontri.
L'adescamento e l'appuntamento
Bella presenza, gentile, formosa, "Patrizia" come si faceva chiamare sui siti d'incontri online,aveva conosciuto l'ultima vittima lo scorso settembre. Poi l'appuntamento a ora di pranzo al centro commerciale Aura a Valle Aurelia, a cui aveva fatto seguito un invito a pranzo dell'uomo - celibe e senza figli - nel suo appartamento in zona Torresina. Poi il diabolico piano. L'uomo le prepara il pranzo dopo aver messo in tavola una bottiglia di vino. E poi scatta la trappola. Come si vede dalle immagini delle telecamere installate dal pensionato in casa - di cui la donna era all'oscuro - nel momento in cui la lascia da sola in camera da pranzo prende un flacone che aveva nascosto nel reggiseno e ne versa il contenuto nel bicchiere da cui poi berrà il vino il 68enne. Sono quasi le 14:00 del 19 settembre scorso.
Drogato e rapinato in casa
Dopo aver pranzato "Patrizia" invita poi il padrone di casa ad andare in camera da letto (alle 14:53) sino a poco prima delle 15:30 quando le telecamere riprendono la sola donna uscire dalla stanza con in mano un borsone, nel quale aveva appena nascosto l'iPhone dell'uomo, le carte di credito e il bancomat. Poi si allontana. L'uomo verrà poi ritrovato due giorni dopo (il 21 settembre) privo di vita sul letto della camera da notte,da una nipote che non aveva più sue notizie.
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Due piatti nel lavabo
Sul posto sono poi intervenuti i carabinieri della stazione Ottavia a cui - qualche giorno dopo - la nipote ha riferito alcuni dettagli. Nella casa dello zio mancavano infatti telefono cellulare e carte di credito, inoltre nel lavabo la donna aveva notato la presenza di due piatti fondi e di due pentole, segno che lo zio avesse pranzato in compagnia di un'altra persona. Indicata ai militari dell'Arma la presenza di un sistema di videosorveglianza in casa gli investigatori hanno poi potuto visionare quanto accaduto il precedente 19 settembre nell'appartamento della Torresina dell'uomo.
Spese per 8mila euro con le carte di credito
A seguito di approfondimenti investigativi, ispezionando i dispositivi informatici presenti in casa del 68enne (pc e smartwatch) e accedendo all’applicativo WhatsApp Web, i carabinieri hanno scoperto una chat, anche con messaggi audio e foto di "Patrizia", che il defunto aveva avuto con la 46enne dominicana. Le successive indagini hanno consentito di identificare la donna e di acquisire un video che la riprende a pranzo con la vittima e mentre diluiva in un bicchiere di vino una sostanza in corso di definizione e poco dopo mentre frugava in casa. Le successive investigazioni hanno poi permesso di accertare l'utilizzo da parte della donna delle carte di credito sottratte alla vittima con le qualieffettuònei giorni successivi spese e prelievi per quasi 8mila euro (7.970,69 per la precisione).
La finta badante
Arrestata con le accuse di rapina aggravata e indebito utilizzo di carte di credito, in attesa dell'esito dei risultati degli esami autoptici sulla salma dell'uomo che potrebbero aggravare la situazione di "Patrizia", la donna è risultata avere precedenti specifici sempre a Roma risalenti al 2016. A suo tempo Wandeley Peralta De La Cruz venne riconosciuta colpevole - in concorso con una donna romana anch'ella condannata con rito abbreviato - di aver narcotizzato e derubato altri due anziani dopo essersi finta badante in cerca di lavoro. Una volta chiamata per essere assunta la donna li drogò e sparì anche in quel caso con gli oggetti di valore rubati negli appartamenti degli anziani adescati. Farmci a base di Alprazolam, un ansiolitico, o Xanas, un antipanico, che la donna a suo tempo si procurava falsificando ricette mediche in bianco di un parente medico.
La precedente condanna
A incastrarla furono - anche in quel caso - i carabinieri che ricostruirono l'ultima trappola in cui la diabolica "Sara", come si faceva chiamare quando si fingeva collaboratrice domestica, fece cadere un anziano trovato nel novembre del 2016 dal figlio nel suo appartamento di Torre Maura svenuto, dopo essere stato stordito con dei farmaci. La donna venne poi condannata con rito abbreviato nel 2018 a quattro anni di reclusione.
Le esigenze cautelari
Accertate le nuove responsabilità di Wandeley Peralta De La Cruz la donna è stata nuovamente arrestata. Un'azione premeditata, come scrive il gip Lorenzo Sabatini: "Il carattere premeditato, con lucidità e freddezza dell'indagata, emerge altresì dall'analisi della scheda telefonica in uso alla suddetta, avendo ella attivato, appena un mese prima di adescare l'anziano, un numero telefonico intestato a soggetto straniero non censito nel territorio: è chiara la finalità persegutia nel cercare di evitare ogni identificazione e parimenti evidente la preordinazione dell'azione, deliberatamente congegnata e attuata a distanza di un mese". "Sussiste un concreto e attuale pericolo che la Peralta si renda responsabile in futuro di condotte analoghe a quelle per cui si procede, avento ella già realizzato analoghe azioni nel recente passato, riportando condanne per pene detentive significative ed avendo manifestato una totale insensibilità per le conseguenze, nefaste e potenzialmente letali, delle proprie gravi condotte".